Breve storia di Verona



«Non esiste mondo al di fuori delle mura di Verona:
ma solo purgatorio, tortura, inferno;
chi è bandito di qui, è bandito dal mondo;
e l'esilio dal mondo è morte.
E quindi dire esilio è dire morte,
con altro termine, falso ed improprio;
e tu, a chiamar esilio la mia morte,
mi mozzi il capo con un'ascia d'oro,
e sorridi del colpo che m'uccide.»

William Shakespeare, Romeo e Giulietta, atto III, scena III


 

VERONA: PREISTORIA E ORIGINE DEL NOME

 

È difficile stabilire con esattezza l'epoca del primo insediamento, è però certo che Verona fosse abitata già nella preistoria. Verona è stata scelta come luogo di insediamento già in epoca antica per un motivo specifico: il fiume Adige, che attraversa la città di Verona, presenta il miglior punto di guado proprio dove ancora oggi si trova il ponte romano (Ponte Pietra). I primi insediamenti a Verona si concentrarono quindi sulla collina che sovrasta il fiume Adige in questo punto: colle San Pietro.
Riguardo alle popolazioni dei primi insediamenti di Verona sono state formulate molte teorie: Reti, Etruschi, Paleoveneti, Galli Cenomani e addirittura Romani. Molto probabilmente, essendo il guado usato da tutti, i primi insediamenti a Verona erano formate da persone di tutte le popolazioni che abitavano la zona in epoca pre-romana.
Anche sull'origine del nome Verona esistono varie ipotesi, due delle quali sono le più note.
La leggenda narra che la città di Verona debba il suo nome a una imprecazione del capo dei Galli Brenno "Vae Roma", ossia "Maledetta Roma", spesso pronunciata contro i suoi nemici romani.
La teoria più accreditata fa invece risalire il nome Verona a una combinazione di espressioni di varia origine: VE (termine etrusco che indica i popoli veneti), RO (dal verbo greco reo, scorrere, a designare il fiume Adige) e NA (radice sillabica, etrusca anch’essa, che indica un centro abitato). Secondo questa teoria quindi, il nome Verona significherebbe letteralmente: città veneta sul fiume.

 

VERONA ROMANA

 

I primi contatti e rapporti tra Verona e Roma ebbero inizio all’incirca nel III secolo a.C. Le popolazioni che abitavano Verona (gli Arusnati a nord, i Galli Cenomani a sud, veneti e Reti) si allearono e combatterono a fianco di Roma contro i Galli nel 225 a.C., contro i Cartaginesi nel 216 a.C., contro teutoni e cimbri nel I secolo a.C. Verona divenne colonia romana con la Lex Pompeia dell’ 89 a.C. con relativa estensione della cittadinanza romana alle popolazioni locali. Dopo la partecipazione alle campagne di Cesare contro i Galli nel 42 e 41 a.C., Verona divenne Municipium. Ebbe inizio così per Verona un periodo rigoglioso sotto molti punti di vista. Verona fu quasi completamente ricostruita all’interno dell’ansa del fiume Adige. Furono costruiti anche due ponti: il Ponte Pietra (ancora oggi il ponte più bello di Verona) e il Ponte Postumio, purtroppo non conservato. Il Foro Romano sorgeva dove oggi si trova Piazza Erbe. All’esterno di Verona romana, sorgevano l'anfiteatro romano e il teatro romano, splendidamente conservati fino ad oggi e ancora utilizzati per numerose attività culturali.
In epoca romana, Verona era punto d'incrocio di quattro importanti vie romane: la Gallica, da Torino ad Aquileia; la Claudia Augusta, da Modena alla Germania; la Postumia, dalla Liguria all'Illiria; il Vicum Veronensium, appunto da Verona ad Ostiglia. La posizione strategica e l'importanza sempre maggiore che Verona andava acquisendo come Municipium fecero sì che Verona si trovò spesso al centro dei conflitti civili romani. Verona era spesso eletta, anche per lunghi periodi, a sede di soggiorno degli imperatori romani. Per questi motivi le mura furono fortificate ed estese, sino a comprendere l'anfiteatro, nel I secolo d.C. I maggiori costi per la sicurezza resero la città meno florida.
Il passaggio al cristianesimo di Verona fu lento e spesso la città si assestò su posizioni vicine alle prime eresie. L'affermazione definitiva del cristianesimo cattolico a Verona si ebbe soltanto all'epoca di San Zeno vescovo. Dopo l’epoca romana, Verona fu governata da barbari alleati di Roma, da barbari invasori e per un certo periodo anche dai bizantini. Questi molti passaggi di potere a Verona non ebbero però quasi mai carattere violento.

 

VERONA BARBARA

 

Nel IV secolo d.C. i barbari erano una realtà quasi onnipresente in quello che restava dell’impero romano d’occidente. Anche Verona conobbe i suoi barbari: Alarico I, re dei Visigoti, risiedette a Verona e Attila, re degli Unni, fu sconfitto dalle truppe di Papa Leone I a pochi chilometri da Verona, a Salionze di Valeggio sul Mincio. Odoacre, capo degli Eruli e dei Turcilingi, dopo aver causato la fine dell'impero romano d'occidente nel 476 d.C. con la deposizione di Romolo Augusto, garantì pace e sicurezza ai territori italiani. Nel 489 si asserragliò a Verona, nel vano tentativo di fermare gli Ostrogoti di Teodorico Il Grande, emissari di Zenone, imperatore romano d’oriente.
Sotto Teodorico, Verona divenne capitale dei Goti, dal 493 al 526 d.C., riacquistando il suo antico splendore, scalfito dalle invasioni barbariche. Alla morte di Teodorico, Verona fu governata per un breve periodo dai Bizantini, presto cacciati dal re dei Longobardi, Alboino, nel 568 d.C..
I primi vent’anni di dominio longobardo a Verona furono segnati da violenze e distruzioni; in seguito i Longobardi si convertirono progressivamente al cristianesimo e assunsero un comportamento più moderato. La capitale del regno longobardo fu spostata da Verona a Pavia nel 730 d.C. circa.
A Verona le truppe di Carlo Magno sconfissero l’ultimo re dei Longobardi, Adelchi, nel 774 d.C. Pipino, figlio di Carlo Magno, risiedette a lungo a Verona e vi fece edificare la Basilica di San Zeno, sui resti di una chiesa paleocristiana, dove venne poi anche sepolto.
Dopo la fine dell’epoca carolingia, Verona passò sotto dominio straniero, compresa dapprima nella Marca di Baviera e poi nella Marca di Carinzia. Nel 950 fu creata la Marca Veronese e ebbe inizio il dominio della famiglia Conti San Bonifacio a Verona, che durò ben due secoli.

 

VERONA DIVENTA COMUNE

 

Soltanto nel 1136 furono nominati i primi consoli a Verona e la città divenne comune. Durante il periodo in cui Verona fu comune, si formò un’oligarchia di poche famiglie che nei secoli successivi diedero consoli, rettori e podestà a Verona. Durante le discese in Italia di Federico Barbarossa, Verona fu dapprima al suo fianco, ma dopo alcune azioni dell'imperatore, ritenute ingiuste dai veronesi, Verona si ribellò alla sua autorità nel 1164, creando insieme a Vicenza, Padova e Treviso la Lega Veneta, divenuta poi Lega Lombarda. Nel 1174 il Barbarossa attaccò le città della Lega, ma fu sconfitto dai veronesi a Legnano. Dopo lunghi periodi di battaglie, l’imperatore riconobbe l’autonomia di Verona e degli altri comuni soltanto nel 1183 con la firma della pace di Costanza.
Tra il 1181 e il 1185 il Papato ebbe sede a Verona, dove si tennero anche il Sinodo e il Conclave del 1184, che elesse Papa Urbano III dopo la morte di Papa Lucio III, sepolto a Verona. I cittadini di Verona temevano però sempre più le tensioni tra Papato e Impero e costrinsero il Papa a trasferirsi a Ferrara.
Attorno al 1200 ebbe inizio a Verona il dominio della famiglia degli Ezzelini e nel 1205 scoppiarono lotte tra questi e le altre famiglie per il controllo di Verona. Un breve intervallo delle lotte si ebbe dopo l’ascesa al potere nel 1220 del Conte Rizzardo da San Bonifacio, che garantì un decennio di pace e prosperità alla città di Verona. I conflitti ripresero nel 1230 e si conclusero soltanto nel 1259, quando divenne podestà di Verona Mastino della Scala, che riportò pace e tranquillità a Verona avocando a sé tutte le cariche comunali.

 

VERONA SCALIGERA E VISCONTEA

 

Verona divenne Signoria e fu governata dalla famiglia della Scala, ghibellina, dal 1262 al 1387. Gli albori della signoria scaligera furono cruenti: nel 1267 Mastino della Scala siglò a Verona l’alleanza con Corradino di Svevia, in seguito alla quale Papa Clemente IV scomunicò la città di Verona. Mastino ottenne la revoca della scomunica l’anno successivo, catturando e bruciando al rogo 170 preti e vescovi eretici Catari.
Nonostante questo inizio, il periodo scaligero fu caratterizzato da relativa pace e democrazia. Alla base del governo cittadino stava il Consiglio Maggiore, composto da 500 cittadini nominati dal Signore di Verona.
Dopo Mastino della Scala succedette alla guida della signoria di Verona Alberto I della Scala, che con la moglie Verde Bionde Isolana ebbe tre figli, i quali salirono al potere in successione dopo di lui: Bartolomeo della Scala, Alboino della Scala e Cangrande della Scala. In questo periodo cade anche il primo soggiorno di Dante Alighieri a Verona, dal 1301 al 1306.
Cangrande della Scala, capo della Lega Ghibellina, fu signore illuminato e amato, che fece di Verona luogo di esilio per rifugiati politici e di asilo per letterati e scienziati. Accolse nuovamente a Verona Dante Alighieri, che per ringraziarlo gli riservò un posto nel XVII canto del Paradiso.
Alla morte di Cangrande, Verona passò sotto la signoria di Mastino II della Scala ed ebbe inizio il declino della città scaligera, poiché perse l’appoggio della famiglia isolana. Nel 1337 una Lega fra Isole Veneziane, Firenze, Mantova, Milano ed Este mosse guerra contro Verona. Mastino II della Scala riuscì a concludere la guerra e salvare la signoria al prezzo di un’alleanza con Ludovico il Bavaro e di forti ridimensionamenti territoriali. Il potere dei della Scala si assottigliò, ma sorsero proprio in quel periodo Castelvecchio, il ponte scaligero e le arche scaligere.
Nel 1351 la signoria passò nelle mani di Cangrande II della Scala, che governò Verona come un vero e proprio dittatore. Il fratello Cansignorio gli successe con la forza nel 1359, con l’aiuto della famiglia da Carrara di Padova. Nel 1375 fu la volta di Bartolomeo II, ucciso dal fratello Antonio nel 1381. Ne seguirono anni di combattimenti tra capitani di ventura, appoggiati da Verona o da Padova, che causarono perfino l’intervento di Gian Galeazzo Visconti. Antonio della Scala fuggì e Verona cadde sotto il ferreo dominio visconteo per una quindicina di anni.
L'era dei Visconti si concluse nel 1402 e, dopo un breve periodo di governo dei da Carrara di Padova, nel 1405 Verona entrò sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia.

 

VERONA VENEZIANA

 

Con l’inizio del periodo veneziano, Verona perse il ruolo di città importante in Italia, che aveva avuto nei secoli precedenti come capitale o sede del Papato. Verona è stata parte della Repubblica veneziana per lungo tempo, salvo brevi interruzioni. Venezia portò pace a Verona, ma le tolse benessere economico e importanza politica.
Il primo secolo di dominio veneziano a Verona fu interrotto soltanto da tre giorni di occupazione dei Visconti nel 1493 nel corso di una guerra.
Alla fine del 1400 si costituì un’alleanza tra diversi sovrani europei in funzione antiveneziana, la cosiddetta Lega dei Cambrai, che influenzò anche la vita di Verona. Nel 1509 infatti, in accordo con Venezia, Verona si consegnò all’imperatore Massimiliano I. Verona rimase sotto occupazione tedesca fino al 1516. Fu un periodo molto difficile per la città di Verona perché la dominazione tedesca era particolarmente feroce e nello stesso periodo si verificò un’epidemia di peste che costò la vita a 13.000 abitanti di Verona.
Nel 1516, dopo un lungo assedio delle truppe di Venezia, Massimiliano I regalò Verona a suo nipote Carlo V, che la passò ai francesi, che la restituirono a Venezia. Dopo queste alterne vicende, Venezia trasformò Verona in città militare, stazionandovi metà delle sue truppe di terra.
Seguirono tre secoli di pace per Verona, in cui furono costruiti monumenti, chiese e palazzi, fiorirono accademie e attività culturali. La popolazione di Verona aumentò fino a raggiungere 50000 abitanti, che però calarono di nuovo a 20000 in seguito alla peste del 1630.

 

VERONA FRANCESE E AUSTRIACA

 

Durante le guerre tra francesi ed austriaci del 1700, Venezia si dichiarò neutrale e disarmate. Questo espose Verona alla mercé delle parti belligeranti e infatti passò dal dominio dell'una a quello dell'altra parte numerose volte. Durante i periodo di occupazione francese, stazionavano a Verona fino a 50000 soldati, con conseguenti problemi logistici. Napoleone soggiornò a Verona varie volte, in provincia di Verona vinse due battaglie molto importanti (Rivoli ed Arcole) e sempre a Verona visse l’unico episodio di resistenza armata in Veneto: le Pasque Veronesi. Il 17 aprile 1797 vi fu una sollevazione dei cittadini di Verona che in fondo si sentivano ancora veneziani (il grido di battaglia fu Viva San Marco). La ribellione durò sette giorni e fu seguita da una sanguinosa repressione.
Nel 1801 a seguito della pace di Lunéville, Verona fu divisa in due, spartita tra austriaci e francesi. Nel 1805 entrò a far parte del Regno d’Italia, ma già nel 1814 tornò sotto dominio austriaco fino al 1866, anno della definitiva annessione al Regno d’Italia.
Sotto l’occupazione austriaca, Verona divenne un centro importantissimo dal punto di vista logistico e comunicativo. Verona era, infatti, il centro del famoso Quadrilatero difensivo austriaco, composto da quattro città fortificate: Verona, Mantova, Peschiera del Garda e Legnago. Numerose sono ancora oggi le testimonianze della presenza austriaca a Verona: i forti e fortini attorno alla città, l’Arsenale in centro a Verona, le mura austriache che circondano Verona.
Nel 1822 Verona fu sede del Congresso della Santa Alleanza e ospitò per due mesi i sovrani di Austria, Russia, Prussia, Inghilterra, Sardegna, Toscana, Napoli, Modena e Parma. A Verona si sviluppò anche un forte movimento di Carboneria, che culminò con la fondazione nel 1850 di un Comitato rivoluzionario contro la restaurazione austriaca post napoleonica, il cui capo era Carlo Montanari e la cui scoperta portò all'arresto e all'uccisione di numerosi cittadini di Verona (alcuni noti come i Martiri di Belfiore).
A causa del Quadrilatero austriaco, le truppe del Regno d’Italia ebbero bisogno di tre ondate di attacchi per annettere Verona all’Italia. Le battaglie furono molte e cruente: Peschiera, Pastrengo, Rivoli, S. Lucia, Custoza (1848), San Martino e Solferino (1859, assistendo alla quale Henry Dunant decise di fondare la Croce Rossa Internazionale) con il successivo armistizio di Villafranca e l’ultima a Custoza nel 1866.

 

VERONA ITALIANA

 

Il 16 ottobre 1866 le truppe del Regno d’Italia entrarono a Verona da Porta Vescovo e il 22 ottobre un plebiscito sancì l’annessione di Verona al Regno d’Italia.
Nel 1822 Verona fu colpita da una gravissima alluvione, che causò enormi devastazioni alla città. In seguito a questa calamità, furono costruiti alti argini, fu deviato il corso del fiume Adige e chiuso il ramo dell’acqua morta: Verona mutò profondamente aspetto, perse lo charme della città che vive con l’acqua per diventare una semplice città attraversata da un fiume.
Se la prima guerra mondiale interessò Verona in maniera soltanto molto ridotta, la seconda guerra mondiale coinvolse profondamente Verona. Per la sua importanza strategica e logistica e per la presenza di numerosi ministeri della Repubblica Sociale Italiana (la Repubblica di Salò fascista fondata dopo l’armistizio del 1943), Verona fu pesantemente bombardata e subì gravi distruzioni. Nel 1945 i nazisti fuggirono distruggendo tutti i ponti di Verona. A Verona si consumarono anche alcuni degli ultimi atti del fascismo e vi fu celebrato il noto Processo di Verona ed eseguite le fucilazioni di condanna.
Verona è stata insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare per i sacrifici e l'ampia partecipazione partigiana alla guerra di liberazione.
Nel dopoguerra, vista la presenza di basi Nato e Fatse, Verona è rimasta a lungo città militare, caratteristica che sta perdendo negli ultimi anni, per dare più ampio spazio all'anima sociale della città.


 

 

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